Archivi categoria: Stampe e ristampe

Autografo n. 49, anno 2013, Le linee gotiche di Ottieri. Percorsi testuali

Indice del numero
Saggi
Carla Benedetti, L’ansia, la grazia, l’aforisma (note su Il pensiero perverso di Ottiero Ottieri).
Cristina Nesi, Due culture, due città: La linea gotica
Claudia Bonsi: dal Taccuino Industriale a La Linea gotica di Ottiero Ottieri, un viaggio testuale.
Anna Modena, La sposa infinita.
Anna Antonello, “Parole per vivere, guai per scrivere”: dal Diario di Pozzuoli a Donnarumma all’assalto.
Mattia Fontana: “Da solo, una vita di massa”.
Fabrizio Di Maio: Repubblicidio. La politica nelle ultime opere di Ottieri.

Inediti e rari
Anna Antonello, Claudia Bonsi, Dai diari di Ottiero Ottieri.

Archivio della memoria
Nico Naldini, Silvana Ottiero Pier Paolo

Vetrina
Anna Antonello, Claudia Bonsi, Dolce vita, vita industriale, vita assurda. Le carte di Ottiero Ottieri al Fondo Manoscritti di Pavia.

Margini
Ottiero Ottieri, La linea gotica. Taccuino 1848-1958 (Giuseppe Lupo).
Alberto Cadioli, Le diverse pagine. Il testo letterario tra scrittore, editore, lettore. (Maria Antonietta Grignani).
Adriano Olivetti, Ai lavoratori. Discorsi agli operai di Pozzuoli e Ivrea presentati da Luciano Gallino. (Duccio Tongiorgi)
Marco Pivato. Il miracolo scippato. Le quattro occasioni sprecate della scienza italiana negli anni sessanta. (Carlo Varotti)

I venditori di Milano, Edizioni Clichy, 2013, a cura di Luca Scarlini

I venditori di Milano, Edizioni Clichy, a cura di Luca Scarlini.
Anno 1960: Ottiero Ottieri pubblica la commedia I venditori di Milano  e la porta in scena al Teatro Girolamo nel marzo di quell’anno per la regia di Virginio Puecher, protagonisti Mario Mariani, Mario Maranzana e Anna Nogara.
L’opera, da allora non più riproposta, ha ancora a che fare con quell’ambiente industriale e d’ufficio in cui l’autore era penetrato con Donnarumma, spostandosi però con decisione ai piani alti, quelli dirigenziali. Il luogo principe della vendita, che avvia inesorabile la smaterializzazione del capitale ma anche dell’opera umana, e di cui Ottieri è straordinario individuatore e anticipatore, oltre che un “micidiale” osservatore del tratto umano, degli umori e della psicologia che dalle parole e dai gesti promana.