OPERE
1998 > Una tragedia milanese (Guanda)
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Milano, una città dal cielo finto, dove il lavoro stabilisce i ritmi e le forme della vita di tutti e dove le ideologie dono “puri scontri di interessi economici”. E’ su questo sfondo che si rincorrono che si muovono i personaggi, tragici e grotteschi, di “Una tragedia milanese”. La figura centrale è Antonio, il professore, un amoroso chirurgo estetico, anziano, ma ancora attraente. E intorno ci sono tutti gli altri, uomini e donne che entrano ed escono velocemente dalla scena intrecciando tra loro fitti dialoghi, quasi in forma di teatro. Tutti sembrano obbedire a una sola necessità: parlare per evitare il silenzio, come a volere esorcizzare la paura del tempo che passa.
Discorsi che fluttuano intorno alle cose senza mai riuscire veramente a toccarle, perché questi personaggi stentano a costruire relazioni profonde e sono capaci di stabilire solo contatti rapidi, lievi, sarcastici come il loro parlare. I temi che Ottieri tratta nei suoi libri e che ritroviamo in queste pagine, sono occasioni per riflettere sul rapporto fra sesso, malattia e morte. Ma l’esito più felice di questo romanzo è quello poetico; è nel ritratto, intenso e partecipe che lo scrittore fa di un certo mondo, un mondo su cui incombe una luce livida e malinconica.